Un bilancio ben fatto per partecipare con il proprio progetto a un bando

Un bilancio ben fatto per partecipare con il proprio progetto a un bando

Perché è importante avere un bilancio ben fatto per partecipare con il proprio progetto a un bando? In questo post ci occuperemo di capire quali funzioni pratiche ha il bilancio e quale forma deve avere sia dal punto di vista strategico, che da quello normativo.

Gli enti culturali sono dei soggetti strani, ne abbiamo già parlato in un precedente post. Hanno spesso in comune la natura di enti senza scopo di lucro, che non sono tenuti, nella maggior parte dei casi, a regimi contabili particolari o a obbligo di deposito dei bilanci. Questa apparente semplificazione ha conseguenze sgradevoli quando si vuole partecipare a un bando o ci si vuole rapportare con istituzioni che richiedono un preciso rigore formale.

Di Bilanci e Progetti

A un certo punto della consulenza, dopo aver fatto un’analisi preliminare del progetto, arriva il momento in cui devo chiedere i bilanci

Solitamente le reazioni tipiche possono essere tre.

La prima è di diffidenza. Magari non dichiarata, fatta di sguardi e di pause, ma che in sostanza dicono: Perché vuoi vedere il mio bilancio? a cosa ti serve? e la privacy? ti ho chiesto la consulenza per un progetto, non sei mica il mio commercialista?Ecco, in questo caso, significa che mancano degli elementi fondamentali che rendono la mia consulenza praticabile.

Una seconda reazione è in due tempi. Primo: ah, ci vogliono i bilanci? Secondo: va be’, per domani mattina qualcosa riesco a dartiIl che fa presumere una nottata di copia e incolla creativo.

Terza reazione: Lo chiedo al commercialista.
E questa è di solito la strada più tranquilla.

Indipendentemente dalle reazioni, però, il documento che mi è arriva è troppo sommario, in una forma semplificata, elaborato in maniera poco analitica. Insomma inadeguato allo scopo.

È tutta colpa del commercialista? No, certo. 

Il problema, spesso, è legato alla gestione dei dati, alle tempistiche e alla funzione richiesta. Vale a dire: se il bilancio mi serve solo per liquidare l’iva, non avrà tutta una serie di dati; se mi serve per l’approvazione di fine anno, sarà per macrocategorie, e così via. In fondo, se non in rari casi di contenzioso fiscale, nessuno ha mai preteso che il bilancio avesse una forma ben determinata. Quindi perché impegnare tempo e risorse per redigere un documento che non interesserà mai a nessuno?

Tuttavia, un bilancio non adeguato, non è solo un problema fiscale, ma può avere importanti effetti per la progettazione. È spiacevole sentirsi dire: il tuo progetto è molto bello, ma non hai le carte in regola per partecipare a questo bando.

In questo post vedremo di capire perché è importante avere un bilancio ben fatto per partecipare con il proprio progetto a un bando.

Funzione del Bilancio

La funzione del bilancio è quella di stabilire la reputazione di un soggetto. Nel nostro caso serve a dire che ho una buona idea e che ho la capacità di realizzarla perché:

  • so gestire un budget consistente
  • ho una struttura valida
  • so affrontare un lavoro manageriale
  • ho suddiviso i compiti e le tappe del lavoro in maniera armonica con gli obiettivi e con le mie risorse

 

I dati utili del Bilancio

Un bilancio ben fatto fornisce una serie di dati che possono risultare molto utili per il progetto che sto realizzando o proponendo.Vediamo alcuni di questi dati e quale tipo di informazione possono fornire.

risultato di esercizio

che risponde alle domande: chiudo con un utile, cioè, la mia attività è in grado di sopportare in maniera pratica tutti i suoi costi? nel caso tutti i costi non  siano coperti, so come affrontare una perdita? come intervengo per gestirla?

stato patrimoniale

che risponde alle domande: come è il mio patrimonio netto? come ottengo le mie risorse? sono indebitato? ho dei creditori? i miei soci intervengono con prestiti? spesso l’assenza di uno stato patrimoniale da cui desumere il patrimonio netto è causa di esclusione da bandi e finanziamenti. 

accesso al credito

avere un fido, sapere come accedervi, è un segno di continuità e di sostenibilità del mio ente (se ho ottenuto un prestito vuol dire che: a) ho una strategia di medio periodo con la quale penso di rientrare; b) una banca ha già valutato la mia attività e mi ha ritenuto affidabile)

rapporti con Stato e Enti previdenziali

l’elemento chiave è certificare che sono in regola con i pagamenti di imposte e contributi. Avere un DURC in regola spesso è un requisito per collaborare con la pubblica amministrazione. Versare dei contributi previdenziali (INPS o altro ente) vuol dire che ho dipendenti o collaboratori professionisti, segno che ho una struttura permanente e che svolgo la mia attività ricorrendo alle giuste competenze. Se ho versato l’IVA, vuol dire che svolgo un’attività commerciale e ho saputo distinguere, nel caso sia un ente no profit, la mia attività istituzionale da quella commerciale.

 

La Forma del Bilancio

Se ho elaborato un bilancio con una forma accettabile, allora vuol dire che sono in grado di gestire in maniera corretta e consapevole entrate e uscite. In altre parole significa che sono in grado di gestire correttamente la mia attività abituale. Di conseguenza ho più probabilità di saper gestire anche un progetto innovativo, perché ho valutato tutti i pro e i contro.

Ma quale forma deve avere un bilancio?

I Bilanci delle No Profit

Fino a poco tempo fa, l’unico riferimento sulla forma consigliata del bilancio per un ente no profit era quella indicata dalle LINEE GUIDA E SCHEMI PER LA REDAZIONE DEI BILANCI DI ESERCIZIO DEGLI ENTI NON PROFIT. Un documento redatto dall’Agenzia delle Onlus nel 2008. L’Agenzia non esiste più dal 2012, ma la guida, disponibile ancora on line, è stata un riferimento affidabile e tuttora valido.

Con l’approvazione del Testo Unico sugli Enti del Terzo Settore, però, diventava necessario produrre nuove indicazioni che tenessero conto delle novità legislative intervenute nel frattempo.

Il Bilancio per gli Enti del Terzo Settore

Il Ministero delle Politiche Sociali ha provveduto ad emanare un decreto che indicasse la forma da adottare nella redazione del bilancio e nei documenti collegati a partire dal bilancio 2021.

Il documento di bilancio dovrà essere composto di tre sezioni.

  1. Lo stato patrimoniale che riassume l’evolversi nel tempo della situazione economica, dando traccia e indicazione dei risultati pregressi e dei debiti o crediti in essere.
  2. Il rendiconto di gestione. In cui devono essere separati entrate e costi relativi all’attività di interesse generale (un tempo quelli che venivano indicati come attività istituzionali) da quelli di attività diverse. Dovranno essere anche specificati i ricavi da raccolta fondi, ai quali la normativa prevede di dare massima pubblicità e trasparenza.
  3. La relazione di missione. Un documento che indichi i dati generali dell’ente e la composizione dei suoi soci, nonché i principi che hanno portato alla determinazione dei valori. Le indicazioni prevedono un documento piuttosto corposo, che prenda in considerazione molti aspetti che hanno portato alla redazione del bilancio, dando dettagli e chiarimenti sulle singole voci di costo. Una specie di Nota Integrativa, già obbligatoria per le società, che dovrebbe sostituire quella Relazione del Presidente che si allega al verbale di approvazione del bilancio.

 

In un prossimo Post, parleremo di un altro strumento importante per la descrizione dell’attività: Il Bilancio Sociale.

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