In equilibrio tra un modello slanciato e un quadro rigoroso

In equilibrio tra un modello slanciato e un quadro rigoroso

Rapporto tra Lean Canvas e Quadro Logico nella progettazione culturale

Tra una bella idea e un buon progetto culturale c’è un percorso di elaborazione e costruzione che richiede una adeguata cassetta di strumenti. Più gli strumenti di progettazione sono precisi e versatili e migliore sarà il risultato.
Uno dei rischi più frequenti, infatti, è che, per scrupolo, entusiasmo, patologica precauzione o zelo eccessivo, la nostra cassetta sia così ingombrante da rallentarci. Un po’ come gli idraulici di una volta, che si accollavano per tre piani di scale una gigantesca borsa carica di ferri del mestiere, semplicemente per stringere un dado o mettere un po’ di stoppa. D’altra parte nessuno può permettersi di fare tre piani di scale per poi accorgersi di aver lasciato nell’androne proprio l’attrezzo più utile.

Quali strumenti di progettazione culturale scegliere?

Il lavoro di progettazione culturale è sempre un processo fatto di esperimenti, tentativi e ipotesi. Dobbiamo essere in grado di correggere il percorso senza sperperare tutto il lavoro già fatto e tenendo comunque presente il nostro punto di arrivo. Dobbiamo sempre essere consapevoli del cammino fatto, delle scelte prese e delle ragioni per cui le abbiamo prese.

Vi propongo il confronto tra
 due strumenti che appartengono ad ambiti diversi, come il Lean Canvas e il Quadro Logico, cercando di individuare possibili punti di convergenza o di complementarietà che possano rendere il lavoro di progettazione più semplice, ma completo.

Lean Canvas

Il Lean Canvas è uno strumento di verifica per i modelli di business ideato da Ash Maurya, come un adattamento del Business Model Canvas di Alex Osterwalder (Business Model Generation).

Il modello Lean Canvas come guida per la progettazione culturale
Nelle intenzioni del suo autore serve per semplificare la presentazione di un progetto, monitorare la sua evoluzione e permetterne una più efficace comunicazione con le parti interessate (stakeholder) interne ed esterne. Nato per la costruzione di nuove applicazioni web, può essere adattato a molti altri tipi di progetti, che vanno dalla scrittura di un libro,  alla redazione di un blog fino al reperimento di fondi e finanziatori.
È pensato per essere veloce/conciso/portatile; è uno strumento formidabile per condurre i brainstorming e per stimolare la creatività.

In sintesi il Lean Canvas chiede di:

  • individuare un problema che vogliamo risolvere e un segmento di clienti che potrebbero essere interessati dalla nostra soluzione (spazio 1)
  • capire qual è l’elemento innovativo della nostra soluzione, che possa essere espresso in una frase chiara e concisa (Unique Value Proposition) (spazio 2)
  • elencare alcune possibili soluzioni al problema (spazio 3)
  • capire come comunicare ai nostri clienti il nostro progetto (spazio 4)
  • e, dopo aver valutato i costi e i ricavi della nostra impresa (spazi 5),
  • definire le attività pratiche per realizzare il progetto (spazio 6).
  • infine essere consapevoli di quale vantaggio (in termini di risorse, esperienza, capacità, contatti) avete nei confronti degli altri competitor (spazio 7).

Quadro Logico

Il quadro logico come modello per la progettazione culturale

IL Quadro Logico (Logical framework) è uno strumento sviluppato nell’ambito del Project Cycle Management, usato nei programmi della Commissione europea e adottato da altri organismi, per descrivere in maniera chiara e sintetica gli elementi in cui si articola un’idea progettuale, valutando con attenzione i rischi e i risultati. Il suo fulcro ruota attorno al concetto di cambiamento.

Richiede una fase preliminare di analisi del problema e del contesto e si sviluppa come strumento sensibile alle trasformazioni che avvengono in fase di implementazione del progetto, in modo da poterne correggere il percorso e la portata.
Definito (o indicato da bandi e line quida) un Obiettivo Strategico (goal), in base all’analisi del contesto effettuata, si identifica uno Scopo di progetto (Purpose), che dovrà generare dei risultati tangibili (Outputs), grazie al completamento di alcune Attività.
La realizzazione di ogni fase deve sottostare al raggiungimento di indici (quantitativi, misurabili e definiti nel tempo) e compatibilmente con Fattori esterni sui quali non abbiamo nessuna possibilità di intervento.

Come funziona?
Una volta compilata la matrice dall’alto verso il basso la catena logica viene messa alla prova partendo dalle radici. Ovvero: se abbiamo compiuto le attività previste, date certe condizioni esterne, allora avremo ottenuto dei risultati. Se questi risultati soddisfano le caratteristiche che ci eravamo prefissati, date certe condizioni, allora avremo raggiunto lo Scopo di Progetto. Compatibilmente con l’avverarsi dei fattori esterni, avremo così rispettato l’Obiettivo Strategico che ci eravamo fissati.

Il funzionamento del modello Quadro Logico
Scontro o confronto?

La tentazione sbrigativa è quella di trattare i due modelli come alternativi se non , addirittura, come in competizione. In fondo i loro ambiti di applicazione sono diversi e i loro scopi differenti.
Il Lean Canvas è uno strumento pensato per ideare un prodotto rivolto a dei clienti che ne sopportino il costo. Il Quadro Logico è una matrice destinata a valutare un processo di cambiamento tenendo presenti i risultati intermedi e i rischi.
Sembrerebbe che un progetto culturale abbia ben poco a che fare con le logiche del mercato e della concorrenza. Deve seguire le regole del marketing? Adattare i propri risultati alle aspettative di un pubblico che prima ancora che destinatario di un servizio è definito come cliente pagante?
Il Lean Canvas è destinato alle start up, come elisir per sottrarle al diffuso destino di fallimento e obsolescenza che aspetta la maggior parte di loro.
D’altra parte sempre più spesso, la teoria, ma anche i committenti, richiedono da un lato che i progetti culturali prevedano una sostenibilità che li mantenga in vita ben oltre l’orizzonte del finanziamento o del bando iniziale e dall’altro che mostrino elementi innovativi rispetto allo stato dell’arte.
Il Quadro Logico opera perfettamente nella valutazione dei rischi, nel rapporto tra obiettivi e problemi, nell’identificazione del cambiamento finale, ma è strettamente legato alla definizione di progetto come un processo che si sviluppa in un tempo dato, che quindi ha un inizio e una fine.

Incontro tra il come e il perché

In realtà i due strumenti sono assolutamente complementari. Vanno semplicemente usati in due fasi distinte del processo più ampio della progettazione. Servono per fornire risposte a domande diverse.
E le risposte che può fornire il Lean Canvas si sposano con quelle che troviamo nel Quadro Logico. La soluzione innovativa individuata in modo agile e veloce con il Lean Canvas, assume corpo e si articola grazie all’esame a cui il Quadro Logico la sottopone.
Il Quadro Logico ci consente di definire i passi per la realizzazione del nostro progetto, ci permette di verificare se le ipotesi iniziali siano rispettate durante la fase di implementazione.
Cioè ci consente di verificare che l’idea prodotta attraverso il Lean Canvas sia realizzabile.
Il Quadro Logico ci dice come il nostro progetto è coerente con gli obiettivi che ci siamo posti; come è rilevante rispetto alla soluzione del problema; come è fattibile.
Il Lean Canvas ci racconta perché il nostro progetto è innovativo; perché proprio noi (e solo noi) abbiamo il talento e la predisposizione per realizzarlo; perché è sostenibile nel lungo periodo.

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